L’eloquenza del gusto. La tecnologia è in continua mutazione e costringe tutti e non solamente le nuove generazioni a trovare un equilibrio sociale adeguato al senso della vita. L’ambiente si trasforma secondo modi che sono per certuni piacevoli per lo spettacolo, la conoscenza e la ricerca del nuovo e per altri distruttivi con le fake news.
Il telefono-protesi sviluppa la dipendenza attraverso il pensiero che salta da un’associazione di idee all’altra con la sottomissione ai vari domini.
La strategia di appagamento con poco sforzo, e la conseguente incapacità di regolare il tempo trascorso con questi mezzi tecnologici, conduce ad un sempre più difficile controllo delle emozioni e dell’attenzione. La penale del sociale si attua attraverso il cambiamento dei gusti estetici. La creatività ci può accompagnare per rimanere se stessi in empatia con gli altri. Queste mutazioni e la logica comportano che ciascuno si adatti naturalmente alle circostanze. In una società plurale una strutturazione del pensiero per una migliore comunicazione, esaspera il dialogo, e la parola diventa uno sport di combattimento.
Ci troviamo nella necessità di avere nuove finestre aperte al sé in un’ecologia di nuovi mestieri. Chi cerca nelle numerose proposte web, ha molte corde al suo arco. Di queste, il valore aggiunto comporta il pericolo di essere imbrigliati nel mondo degli algoritmi. Rimane la speranza di lavorare in un modo meno dematerializzato e più vicino al sé.
La soluzione si può trovare nello sviluppo della curiosità e della determinazione, dell’essere autentici senza replicare i modelli di tendenza. In questa azione ci aiuta il GUSTO. Il gusto fa la differenza considerando che il pensiero critico non è quello di risalire al processo psicologico della creazione ma incrementare la sensibilità dell’osservatore a contatto dell’opera. Qualunque metodo di lavoro deve essere controllato, limitato e corretto mediante il GUSTO che permette di distinguere tra l’elucubrazione teorica e un risultato accettabile.
Certe considerazioni trovano sistemazione nell’estetica Kantiana della Critica del Giudizio. «Il gusto è la facoltà di giudicare, su ciò che è universalmente comunicabile senza mediazione di concetto, il sentimento suscitato da una data rappresentazione».
Ci si realizza cambiando, con la percezione di essere contro tutti i mestieri inutili e denudati d’interesse che la società condanna. Per metafora anche le frecce dell’orologio non devono forzatamente fare un giro completo del quadrante. Su certi modelli le frecce sono solo una parte del cammino del tempo. Gli orologi retrogradi sono dimostrazione di una tecnica di avanguardia. In luogo di compiere traiettorie di 360 gradi le indicazioni retrograde percorrono 270,180,90 gradi, le lancette alla fine della loro corsa sono richiamate prima di ricominciare il loro tragitto. Le ore; i minuti, i secondi, il giorno, la date, possono essere retrograde. La grafica con forme ad arco di cerchio, settori triangolari, cambiano il motivo degli onnipresenti quadranti. Questo passaggio metaforico è utile per comprendere il mondo dove la tecnica d’avanguardia, la ricerca, la motivazione e il lavorare per il sé ci porta a un nuovo modo e gusto di considerare le ventiquattro ore.
La qualità e il GUSTO si formano anche in autonomia se pensiamo alla fermentazione. Il lievito, la muffa, lo zucchero, l’ossigeno ci portano il pane e il vino. Possiamo paragonare il gusto a un processo ove il lievito e le muffe sono i nostri pensieri che generano le idee.
Anche senza essere incapsulati in internet abbiamo la facoltà di slittare da un argomento all’altro. Facendo parte di un insieme, possiamo, come onde, essere trasportati in un’altra spiaggia per seguire i continui impulsi del pensiero. E’, forse utile un progetto di emancipazione del gusto per riumanizzare il sistema e ritrovare il sé.
Non Ci Sono Commenti