nonostante le più divagate perlustrazioni in tutti i territori della potenzialità comunicativa (dall’installazione alla performance) rimane un campo aperto all’indagine anche perché all’entità “segno” possiamo attribuire una consistenza dilatata e varia, globale, comprendente ogni configurazione visiva bi o tridimensionale / dal 1970 analizzo questo campo specifico prediligendo il suo status etimologico / segno in quanto elemento basilare di una sintassi visiva bidimensionale / segno come embrione linguistico
lavorando in modo ossessivo
creo degli attributi d’immagine che attraverso la consapevolezza trovano la soluzione espressiva / i segni che compongono le immagini sono lettere di un alfabeto senza grammatica che non trovano giustificazione nel valore del singolo ma in quanto parte di un insieme della comunicazione / tramite il Gesto-Segno si attivano le vibrazioni che mettono al mondo una, sospesa, realtà del tempo / negli spazi della tela si liberano le tracce di vigore cruciale del Gesto-Segno
mi sono trovato in simbiosi
con la miniera di idee e di spunti di Roland Barthes in (Carte-Segni, Roland Barthes, 1981, Electa) la mia ricerca, infatti, dal 1970 adotta il sistema per prova ed errore che dopo severe e controllate prove, ove il pensiero può venire accolto o no, porta a realizzare qualcosa di inevitabile / nell’IMAGE-ART il gesto-segno teorizzato da Roland Barthes si evidenzia nelle mie intuizioni individuali
l'image-art
è una pratica artistica che a partire dagli anni’70 utilizza la capacità dell’occhio di gestire il GESTO / mostro il GESTO sulle tracce del movimento della mano ove affiora una forma espressiva, un SEGNO che dà libertà al GESTO nella pratica il GESTO accende le risorse e rende possibile trasporre il SEGNO nell’opera / i miei lavori sono tutti originali e personali / ciascuno è individualmente costruito con un suo proprio spirito / sono solo col mio senso di responsabilità / i clienti si relazionano con la sua dimensione umana
cosa rende la mia arte sorprendente e degna di essere menzionata?
nella pittura, dopo la firma ho spesso scritto “me fecit” dando all'immagine la soggettività / il mio saggio "l'Io dell'Immagine" (Albatros editore Roma, 2019), è impostato su questa particolarità /
dopo anni di preparazione mi sono orientato verso una pittura dotata di una fondante atteggiamento gestuale ed ha sviluppato una sua propria modalità che trae vantaggio dell’immediatezza del gesto-segno espresso nei disegni automatici, ritratti e autoritratti