Diamo la parola alle immagini. Nel saggio “L’Io dell’Immagine” diamo la parola alle immagini che vogliono essere considerate come individui complessi in quanto assumono una molteplicità di posizioni soggettive e d’identità. Più di che cosa significano c’è da chiedersi che cosa vogliono. Per la loro capacità d’influenzare e sedurre con propri desideri devono essere ascoltate per rendere più raffinata la valutazione dell’uomo.
Prendiamo per esempio l’immagine acclusa “la donna in bicicletta” dice: Il tempo momento per momento, ha messo insieme i miei attributi di immagine. Sono nata sul marciapiede. Si proprio così. La mano mi ha creata mediante un disegno automatico. La mano ha avuto la pulsione proprio sul marciapiede guardando l’umano in bicicletta. Sono stata vestita con i colori quando sono stata trasposta sulla tela. Nell’impulso preliminare del creare vi era una tensione che entrando in me mi fece esprimere il misteriosamente mosso.
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