Voci 1. La cultura del segno, considerato nella sua autonomia, prospera alimentando ricerche percettive e gestaltiche , per lo meno da Kadinsky in poi. L’informale ha dedicato al segno un capitolo specifico sia nella macro ( Klein, Soulange) che nella micro struttura (Tobey) simile quest’ultima ad una novella invenzione scritturale. Il segno rimane aperto un campo aperto all’immagine, anche perché all’entità “Segno” possiamo attribuire una consistenza dilatata e varia, globale, comprendente ogni configurazione visiva bi o tridimensionale. Ambrosio da tempo analizza questo campo specifico.